I CONFLITTI DEL CIBO

 

"Hai mai preso una posizione seria nella vita?" "Sì, da piccolo rifiutai degli spinaci"

(Woody Allen – "Il dormiglione")

 

 

 

Il cibo in ogni società acquista valori che vanno oltre il suo uso nella nutrizione.

Con il cibo, bisogno primario, si alimentano ricordi ed emozioni che vengono da lontano, così come il nostro rapporto con il mondo. Il rapporto con il cibo evidenzia tratti della nostra personalità.

 

Un attacco di fame, vissuto come un raptus incontrollabile, ci interroga su quale significato e funzione possa avere nel funzionamento di una persona.

Il tema del controllo è centrale, spesso i vissuti legati legati all’attacco di fame sono molto distanti da un’immagine di sè legata al dover essere sempre all’altezza, adeguati o capaci. Il giudizio positivo degli altri molte volte riveste una fondamentale importanza, al punto da far girare attorno a questa approvazione i propri sforzi, senza legittimare o mettere al primo posto i propri sentimenti, compresi quelli più trasgressivi.

La dipendenza da cibo quindi potrebbe legarsi a una dipendenza dal giudizio degli altri e indicare una mancanza di sicurezza in sè stessi. Nel momento in cui è presente alla base un giudizio negativo su di sè, questo deve essere costantemente smentito sforzandosi di “essere” per gli altri e provando vergogna all’idea che possano accorgersi che, dietro a un’apparente adeguatezza, si celano sentimenti che non si possono esprimere.

La voracità potrebbe rappresentare un modo di “lasciarsi andare” che non ci si può concedere. Il peso eccessivo della ricerca di conferme del proprio valore schiaccia la persona che esercita un controllo non potendo accedere a una parte di sè più autentica.

 

Il cibo viene anche usato come un mezzo per trovare la giusta distanza nelle relazioni.

Un ipercontrollo del cibo e del peso del proprio corpo in una tendenza anoressizzante potrebbe rappresentare per la persona un modo di esercitare potere su di sè e sul proprio corpo. Rimanda a un vissuto di grande autonomia e autoefficacia, portando avanti con grande convinzione una scelta radicale, che spesso mette in allarme le persone più significative. In realtà indebolendo il proprio fisico, in vari modi e a vari livelli, ci si muove nella direzione opposta, quella di essere più dipendenti e bisognosi di supporto.

 

Il cibo è un modo diretto di entrare in contatto con la realtà esterna, e potrebbe essere usato per combattere ansia o sentimenti depressivi, in base alle esigenze della persona e in base ai valori che gli si attribuisce.

Può colmare un vuoto, far smettere di pensare, consolare, rappresentare una sfida con sè stessi, essere vissuto come nemico, invasore o come un appiglio a cui fare appello nei momenti di sconforto.